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Se il virus fosse l’antivirus

E se questo virus fosse l’antivirus?

L’emergenza globale del coronavirus – proporzionata o sproporzionata che sia – ha innescato vari effetti, alcuni dei quali potrebbero essere considerati in maniera… diciamo originale.

Il teorema è il seguente…

Nel caso fossimo convinti che il modus vivendi che il mondo sta adottando all’insegna dello sviluppo e della modernità sia controproducente per il benessere dell’umanità, allora il coronavirus può essere – provocatoriamente – visto come un amaro, ma necessario antidoto.

Se ci facciamo caso, in questi ultimi giorni abbiamo avuto modo di toccare con mano che l’argomento salute ha messo in quattro e quattr’otto in secondo piano tutte quelle che sono le priorità che fanno girare il mondo, come la finanza e l’economia.

Attraverso scelte e decisioni concrete, nazionali e transnazionali, si sta condizionando l’economia globale in maniera importante, forse drammatica.

Di botto, il mondo ha ribaltato la scala delle priorità, ridimensionando – e non di poco – tutte quelle argomentazioni che fino a poco fa erano in cima ai nostri pensieri. 

Come dire: ora c’è altro di più importante e vitale.

E in questo contesto, come per incanto, ci troviamo nella posizione di dover rallentare, fermarci… e magari riflettere.

Riflettere sui soliti temi di sempre, come la sostenibilità, i corretti stili di vita, la prevenzione… ma anche su temi “nuovi”, come la gestione dell’informazione, la credibilità delle fonti, etc.

Prima, a inizio del testo, ho parlato di antivirus.

Se il nostro modello e stile di vita per alcuni è vissuto come un “virus” da debellare, o quantomeno da ridimensionare, il coronavirus ha tutte le carte in regola per rappresentare provocatoriamente l’antivirus.

Al di là dei complottismi (per carità), delle sovraemergenze mediatiche, dei cortocircuiti sanitari, la vicenda che stiamo vivendo giorno per giorno (anzi, ora per ora), ci consegna un’umanità debole, ma in grado di decidere per il bene di tutti.

Certo, è un mix di paura e buon senso quello che sta facendo fermare il mondo, con l’aggiunta di un’ancora acerba dimestichezza verso il real-time mediatico/informativo.

Ma è indubbio che questa cosa avrà il potere di lasciare un segno nelle nostre coscienze, che ognuno – fortunatamente – sarà libero di interpretare come crede.

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