Assenzio

C’é un universo dietro alla canzone che mi è più piaciuta a San Remo (arrivata ultima).
Si tratta del brano dei Bluvertigo, intitolato “l’assenzio“, il cui testo vi consiglio di ascoltarlo molto attentamente.

Prima di tutta l’assenzio: cos’é?
Prendendo spunto da un articolo apparso mesi fa sulla rivista Virus, l’assenzio é un liquore estratto dalla omonima pianta.
Chiamato “la fata verde”, per i suoi effetti allucinogeni, l’assenzio é stato bandito agli inizi del seguito in Francia ed in gran parte dell’Europa.
Denso di fascino bohemienne parigino, l’assenzio é stato uno dei più raffinati sballi degli artisti: da Rimbaud a Van Gogh, da Baudlaire a Oscar Wilde, da Hemingway a Voltaire.
Tra l’altro, oggi sembra essere riscoperto negli ambienti top londinesi.

Si consuma attraverso un rituale sofisticato: su un cucchiaino forato e pieno di zucchero si versa il liquore, si dà fuoco allo zucchero lasciandolo caramellare e poi si versa in un bicchiere con l’eguale parte d’acqua.

Sempre la rivista Virus, racconta di Eminem che ha brutalmente protestato per il rifiuto da parte del barman del terzo bicchierino.
Infatti, a Londra l’assenzio é permesso solo in quantità limitata: due dosi.

L’assenzio vive di fascino poetico.
Resta inteso, che é un’autostrada verso la follia.

Tornando ai Bluvertigo…
Avete presente il bellissimo ritornello del brano?
“fanno bene, fanno male; sto bene, sto male”…

E poi i vari altri passaggi, tra cui:
“in fondo se perdi il controllo, non fai niente di male”…

Ma soprattutto bellissimo é il finale, dove Morgan, il cantante, urla:
“far bene fa male.
fate male state bene.
invece io faccio bene e sto male”.

Quindi…
Quindi l’assenzio, come simbolo di ogni “elisir” che produce stati alterati.

Domanda: siamo forse di fronte al primo inno verso la riduzione del danno?

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