Verità comode

Rimini, 25 agosto 2007

Interrogarsi sul significato di verità è un esercizio che dovrebbe diventare obbligatorio.
Il tema è complesso, di quelli in cui si arriva a parlare di tutto… e di niente.
E’ un tema su cui non mi sento pronto.
E probabilmente non lo sarò mai.
Ma se per verità, parliamo della verità degli altri, beh, allora lì sono un campione, come probabilmente tutti.

Il Meeting per l’Amicizia dei Popoli, l’evento che si svolge ogni fine agosto a Rimini, quest’anno tocca proprio questo argomento.
“La verità è il destino per cui siamo stati fatti”.

Obiettivo del Meeting è porre l’attenzione sulla sfiducia di oggi circa la possibilità di conoscere la verità, con la conseguenza di una vita mancante di certezze, quindi opaca ed esposta a violenza e sopraffazione.

Il concetto di verità mi rimanda sempre a quello di certezza.
Non so se l’avete notato, ma i prodotti più ricercati al mondo, in questi decenni, sono proprio le certezze.
Il guaio è che sono anche i più venduti.
La politica vende certezze… e siamo in tanti a comprarle.
I consulenti economici vendono certezze.
Anche chi vende biscotti ha bisogno di affiancarne qualcuna, compresa nel prezzo.
Pure Wanna Marchi l’ha fatto e sembra che continuerà a farlo.

Dal sito web del Meeting, estraggo le parole del Santo Padre Benedetto XVI, durante un dialogo avvenuto con gli studenti dell’Università Lateranense: “Se si lascia cadere la domanda sulla verità e la concreta possibilità per ogni persona di poterla raggiungere, la vita finisce per essere ridotta ad un ventaglio di ipotesi, prive di riferimenti certi”.

Citando sempre il sito del Meeting:
“La nostra epoca è profondamente segnata da correnti di pensiero che, non riconoscendo più la realtà nella sua oggettività, come qualcosa che si pone davanti all’uomo e che l’uomo può riconoscere, pretendono che sia la ragione a dare consistenza alla realtà.
La sola alternativa è che la verità sia qualcosa o qualcuno che all’uomo può accadere di incontrare, qualcosa che succede: unavvenimento per l’appunto”.

L’altro giorno passeggiando per Rimini, sono incappato, appunto, in un avvenimento: questo manifesto che vi allego.
Mi piace pensare che, attraverso un gesto di sofferto coraggio, l’abbiano affisso proprio i due personaggi ritratti nella foto: altrimenti mettere in luce una verità scomoda solo per gli altri, siamo capaci tutti.

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