È un mondo difficile…

Mi sono più volte chiesto come mai scrivo sempre più di rado i miei “segnali deboli“.

Qualche anno fa, appena mi imbattevo in qualcosa di abbastanza interessante e nuovo (almeno per me), mi prendevo del tempo e scrivevo… con l’orgoglio di condividere con altri le mie considerazioni e analisi.

L’arrivo di Facebook ha poi fatto sì che la pubblicazione di post, brevi e leggeri, rimpiazzasse in parte la scrittura sul blog… fino ad arrivare che adesso i “segnali deboli” non li scrivo più.

Ho provato a analizzare la cosa e mi sono detto che probabilmente anche questo è un segnale debole.

Quindi, cosa sta succedendo? Perché ho smesso di scrivere sul mio blog?

Al momento, mi sono venuti in mente due motivi.

 

Il primo…

Le informazioni che trovo interessanti e nuove, sono sempre di più… e non ci sto dietro.

Forse sono cambiato io e prima ascoltavo di meno, ma credo ci sia anche dell’altro.

Soprattutto credo il motivo vado trovato nella selezione alla grande quantità di informazioni e input che ci arrivano, attraverso tv, radio, giornali, web, social, conferenze, riunioni, cene tra amici, incontri casuali, etc.

Infatti, credo si sia attivato in noi un meccanismo di selezione naturale, della serie: sono costretto a scegliere con grande attenzione chi o cosa ascoltare, su cosa sintonizzarmi, da chi ricevere le telefonate, a chi dare l’amicizia social, a chi concedere il mio status di follower, e via di seguito.

D’altronde l’algoritmo di Facebook fa uguale: se non metti il Like al post di un amico, quell’amico non ti appare più in bacheca, in quanto viene giudicato dall’algoritmo del social, come un amico non interessante.

Quindi, è facile concludere che indirizzando le antenne verso obiettivi di tuo gusto, interesse e gradimento, gli input che ti arrivano abbiamo maggiore probabilità di produrre meraviglia nei tuoi confronti.

 

Il secondo motivo…

Quello che sta succedendo è veramente interessante.

Ogni giorno ce n’è una: questo mondo è sempre più strano e complesso e abbiamo sempre più strumenti per cogliere le sue stranezze, contraddizioni e rivoluzioni.

È curioso scoprire come i grandi professionisti dell’osservazione, in particolar modo i sociologi, i semiologi e gli antropologi, si sentano a volte spiazzati.

Qualche mese fa ho letto Antropop di Duccio Canestrini e credo sia un libro interessante per mettere in fila le stranezze.


Canestrini è un antropologo che ama prendersi in giro e fa notare come il suo mestiere sia costretto a modificare in continuazione l’angolo di lettura.

I nostri sistemi culturali sono infatti cambiati un bel po’.

Canestrini cita vari semplici esempi, tra cui… “una volta i rivoluzionari inneggiavano alla velocità (in primis i Futuristi), mentre oggi si infiammano per la lentezza“… “una volta le donne rivendicavano l’uguaglianza, oggi le femministe rivendicano la differenza“…

Antropop parla di mescolone planetario… “Quando un senegalese che vive a Firenze, vende a un americano un souvenir etrusco prodotto in Cina, è chiaro che il mestiere dell’antropologo o dell’etnologo ha bisogno di una rigenerazione culturale“.

Qualche tempo fa mi sono imbattuto in un prodotto come questo…


Se volete sapere cos’è e a cosa serve, andate a guardare la foto in fondo.

In un simile bollirone, è quindi facile rimanere frastornati e disorientati, ma anche divertiti e con la curiosità che gira in eterno movimento.

Da parte mia, non faccio a tempo a prendere uno spunto, che già me ne compare un altro, che magari contraddice quello precedente, ma è altrettanto interessante.

Quindi appena decido di ricavarmi il tempo per scrivere, vengo distratto da altro.

In continuazione.

E lo sforzo che faccio è magari quello di prendere qualche appunto, ma non quello di approfondire maggiormente, ovvero scrivere.

Perchè per me, approfondire è sinonimo di “scriverci sopra”.

 

Scrivere è una nobile modalità di confronto, non solo con gli altri, ma soprattutto con sé stessi.

E visto la complessità di questo mondo, è il caso che ognuno di noi ci metta del suo, per il bene di tutti.

Nella foto: accessorio natalizio per hipster simpatici.

6 Ottobre 2016

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