Profumo

a proposito di guerra batteriologica…

è sicuramente un periodo delicato.
oggi, ciò che apparteneva alla fantascienza e fantapolitica, sta diventando un reale allarme.
la guerra batteriologica è possibile.
incredibile.

nelle mie divagazioni, mi è venuto in mente il mio amico Salaam.
Salaam è un maestro profumiere arabo che vive nell’entroterra di Rimini.
è una persona di grande cultura, simpatia ed intelligenza.
un giorno mi ha parlato del profumo politico.

lui parte dal presupposto che per ottenere il consenso politico, sempre più si muoveranno capitali da parte delle varie organizzazioni politiche e lobby di potere.
e la parte del leone lo farà il marketing.

“se è vero che il marketing moderno ammette che gli stati affettivi ed emozionali sono la chiave della scelta, il marketing politico non cercherà di comunicare delle idee, perchè l’idea è il prodotto, bensì emozioni gratificanti che convincono a sentirle proprie”.
da qui Salaam ha puntato l’attenzione sul marketing olfattivo.

“il naso è, a nostra insaputa, al centro del nostro sistema nervoso.
è parte integrante del sistema Limbico, dove si elaborano le nostre emozioni primordiali e dove risiede la nostra memoria olfattiva che ci predispone a determinate risposte comportamentali.
esiste un vero linguaggio degli odori che può essere utilizzato per comunicare direttamente al centro del sistema nervoso delle persone in modo più convincente di certi discorsi”.

a pensarci bene, con questa ipotesi si sta solo spostando la valutazione politica su un piano culturale ed emozionale.
d’altronde c’è chi per ottenere consensi si è comprato una squadra di calcio.

uno dei principi di base della psicologia olfattiva cita: la cosa che emana buon odore è buona in sè.

e se ci fosse un partito politico che avesse il suo profumo?

è utile ricordare che non esistono ancora leggi che regolamentano l’uso degli odori a scopi pubblicitari, il che autorizza ad utilizzare tutte le tecniche di marketing olfattivo, incluse quelle subliminali…….
con il profumo politico non esisterebbe più, per il partito, il problema dell’acquisto di spazi pubblicitari.
e poi nessuna legge impedisce, finora, ad un veicolo di diffondere un profumo, anche se è il profumo di un partito.

ma un profumo, un odore, può riuscire davvero ad essere un logo efficace?
se così fosse, proviamo a pensare che effetto feed-back otterrebbe se venisse diffuso allo stadio subito dopo il gol della squadra del cuore, oppure durante l’esibizione del nostro cantante preferito.

in un periodo in cui la nostra paura si riflette nello spettro della guerra batteriologica, non mi fa certo scandalo pensare a stati di assuefazione da profumo.
chissà se avremo città olfattivamente inaccessibili.
chissà se saremo costretti a sedute di ipnosi al fine di riuscire a non cedere alle tentazioni di un profumo che potrebbe farci votare bertinotti, quando magari siamo simpatizzanti della lega.

ps.
salaam ha un suo sito web: www.profumo.it

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