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Si balla con le braccia

L’avrete notato anche voi.

Magari anche molto prima di me.

A dir la verità, è stata Monica ad aprirmi gli occhi: “guarda, ballano con le braccia…”.

Andiamo con ordine.

 

Da un po’ di tempo è mutata la mappatura del loisir legato al divertimento notturno.

I grandi appuntamenti del cosiddetto “popolo della notte “ (c’è ancora qualcuno che lo chiama così..) non vedono più le discoteche e i Super Club in primo piano.

E neanche le One-Night itineranti (Cream, Global Gathering, etc), o le varie Love e Street Parade.

Da qualche anno abbiamo potuto notare che si sono affacciati nuovi luoghi e nuove mète.

In primis, direi il Belgio (grazie all’evento Tomorrowland), l’Ucraina (vedi il raduno Kazantip)…

A posizionarsi sul top dell’attenzione sarebbero quindi quel genere di eventi che rappresentano lo sviluppo ultimo del fenomeno Club Culture.

 

Come sta succedendo nelle politiche di marketing territoriale, i flussi turistici sono sempre più emotivamente condizionati dallo strumento dell’evento.

L’evento che – come mi ha insegnato l’amico Andrea Pollarini – è il più antico strumento di comunicazione sociale dell’essere umano, continua ad essere anche il più moderno.

Caratteristica di eventi come il Tomorrowland – così come negli altri simili che vengono organizzati in tutto il Pianeta – è che il protagonista assoluto è il DJ, quello di caratura internazionale…

Insomma, quello che ha le hits in tutte le classifiche, trasmesse in tutte le radio, suonate in tutte le disco, ballate in tutte le spiagge…

Questi eventi stanno consacrando il DJ come elemento di richiamo molto di più di quanto è accaduto nelle discoteche dagli anni 90 in poi.

Nella realtà di Aquafan, grazie alla partnership con il Cocoricò, abbiamo avuto modo di ospitarne tre: Paul Kalkbrenner, Martin Solveig e Avicii.

Quest’ultimo, il 10 agosto scorso, ci ha permesso di realizzare il record nella storia del nostro parco: ben16 mila presenze con un incasso di circa mezzo milione di euro (guarda il video).

Per la cronaca, l’artista aveva un cachet di 180 mila euro e la sua scheda tecnica ha comportato un costo di produzione di oltre 70 mila euro (dando lavoro a ben 5 ditte italiane).

Per avere un’idea più generale sui compensi di questi artisti, guardatevi questo pezzo uscito sulla versione italiana dell’Huffington Post.

I Super DJ nel mondo sono ormai diverse decine.

Per capire chi sono, basta leggere DJ Mag, oppure dare un’occhiata a chi suona al Tomorrowland, oppure scorrere il calendario dei locali di Ibiza, o quello del Cocoricò.

Sempre per avere un’idea più chiara, il “Cocco”, per la sua programmazione, investe ogni anno circa un milione e duecento mila euro in DJs…

Il fenomeno è in continua crescita.

Per cui oggi, quando un ragazzo afferma di andare ad un concerto, non sempre significa che sul palco poi ci sia un cantante, un chitarrista, un batterista…

Spesso c’è una consolle…

 

Senza entrare nel merito se sia più bello o più interessante assistere ad un live act di Springsteen, dei Muse, oppure a quello di Skrillex, Calvin Harris o di Deadmau5 (si legge “dedmaus”, è un canadese che si esibisce con una ultratecnologica testa da topo), va detto che il fenomeno dei mega show prodotti dai Super DJ sta da anni condizionando la modalità di vivere gli eventi musicali.

 

Siamo di fronte ad una nuova modalità di rito collettivo.

Tutti ballano ma, come nei concerti rock, sono comunque disposti stretti a ridosso del palco.

Ma c’è di più: tutti sono consapevoli di far parte – all’interno dello stesso show – di una scenografia/coreografia che si muove a ritmo di hertz, regalando emozioni sia a chi partecipa, sia a quei pochi che assistono passivamente.

 

Ma veniamo al punto… al ballo.

Siamo abituati a inquadrare il ballo come ad un movimento che parte dal basso, ovvero dal rapporto che i piedi ed i passi hanno con il terreno e con il ritmo.

Siamo spesso affascinati dalle danze tribali che proprio dal battere e spingere i piedi sulla Terra sembra puntino a raccogliere l’energia che il Pianeta genera.

Con l’arrivo della nuova musica elettronica (teckno, house) già le discoteche mostravano negli anni 90 il popolo della notte muoversi con nuove dinamiche attorno al ballo.

Il movimento delle braccia, sempre più spesso in alto, ha cominciato ad assumere più importanza rispetto a quello degli arti inferiori.

 

Oggi, i grandi eventi house e teckno ci mostrano due precisi soggetti protagonisti…

Da una parte il Dj, che, come un Messia, è sul palco insieme ai suoi sempre più straordinari effetti speciali: mega schermi video, effetti pirotecnici, cannoni di CO2, laser, etc…

Dall’altra parte il pubblico… migliaia di persone tutte con le mani al cielo, che si muovono a ritmo, ondulandosi, abbassandosi, creando effetti scenografici non di semplice contorno, ma, al contrario, capaci di essere parte integrante dello spettacolo stesso.

Quindi piedi fermi, o che saltellano, e le mani al cielo, con l’avambraccio che si muove su e giù e il palmo della mano unito, come il saluto degli Apache…

 

È importante rilevare questo fenomeno?

Volendolo trovare, un qualche significato simbolico potrebbe anche scappare fuori.

E anche se non fosse particolarmente interessante, sarebbe comunque un importantissimo segnale che le fenomenologie giovanili sono sotto osservazione e non solo per fini commerciali, ma anche perché semplicemente incuriosiscono.

La cosa strana è che mentre sui balli etnici c’è una letteratura avanzatissima, al contrario, sulle nuove dinamiche espressive della musica nella nostra contemporaneità, nessuno pare sia interessato.

E così quando i giovani entrano nella sfera della cronaca e dell’emergenza, continuiamo a trovare osservatori ed esperti impreparati, o fermi a qualche decennio fa.

 

Comunque, per uno come me che di libri di antropologia forse ne ha letti due (di cui uno sicuramente lasciato a metà), questa modalità di ballare che dà meno peso al contatto con il terreno, potrebbe benissimo essere specchio di una necessità di “sollevarsi”.

Forse dalle responsabilità?

D’altronde oggi, chi sta dando opportunità di responsabilità a chi ha meno di 35 anni?

 

24 Agosto 2013

 

 

 

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